COMPRESSIONE DEL IV VENTRICOLO ... DEL DOTT. W.G SUTHERLAND
tratto da Testo atlante di osteopatia di Pietro Ranaudo - Ed Marrapese
POTENZIALE TERAPEUTICO DELLA COMPRESSIONE DEL IV VENTRICOLO TECNICA CREATA DA W.G. SUTHERLAND D.O. nel 1934 Liquido cefalo-rachidiano I - Composizione
La tabella più completa delle sostanze del liquido cefalorachidiano (LCR) è sicuramente quella di Fishman, come si può vedere nella pagina seguente (tav. 1). Il liquido si presenta normalmente chiaro, senza colore e trasparente. Ogni grado di colorazione del LCR è patologico e deve essere esaminato. Per accertarsi che il fluido sia senza colore e che sia cristallino chiaro ci vuole almeno 1 ml di liquido centrifugato in un tubo di vetro trasparente. Il liquido può essere paragonato con uno stesso volume d`acqua. Nell`uomo il volume totale del liquido nei quattro ventricoli è circa un sesto del volume complessivo dello spazio subaracnoideo più quello delle cisterne, per un totale di circa 140 ml. I plessi coroidei ne producono giornalmente 500-700 ml. Il suo scorrimento dai ventricoli negli spazi subaracnoidei, ed infine ai seni venosi, è determinato dalla pressione esercitata dalla secrezione del liquido stesso. Il liquido contiene le stesse sostanze che si trovano nel plasma, ma in quantità diverse, perciò, il LCR, non può essere considerato come un semplice filtrato proteico del plasma com`è il liquido interstiziale a livello dei capillari ematici. Tutte le proteine del LCR derivano dal plasma, tranne le mieline baseproteine, gliali, fibrillari; che invece hanno le loro origini nel cervello. La concentrazione delle proteine non è uguale dappertutto: nei ventricoli è da 6 a 15 mg/100 dl, nella cisterna magna da 15 a 25 mg/100 dl. La concentrazione più alta è a livello sacro-lombare: da 20 a 80 mg/100 dl. Il motivo dei diversi livelli delle proteine è sempre stato motivo di grande studio. Meritt e Premant-Smith (1938) parlano di una stagnazione delle proteine lungo i neurassi nella regione lombare. Analisi con l`elettroforesi, dopo una somministrazione di RISA fatta da Fishman (1958), dimostrano un aumento della circolazione d`albumi nel LCR lombare, concludendo che la parte subaracnoidale è più permeabile all`albumina che quella ventricolare.
Tav. 1 - Composizione del liquido cefalorachidiano e del plasma
<><><> ><><><> ><><><> > | <><><> >
LCR | <><><> >
plasma | <><><> ><><><> >Osmolalità Contenuto acqua Sodio Potassio Calcio Magnesio Cloruro Bicarbonato Tensione CO2 PH Ossigeno Glucosio Lattato Piruvato Fruttosio
| <><><> >
295 mOsm/L 99 % 138.0 mEq/L 2.8 mEq/L 2.1 mEq/L 2.3 mEq/L 119.0 mEq/L 22.0 mEq/L 47.0 mm Hg 7.33 43.0 mm Hg 60.0 mg/dl 1.6 mEq/L 0.08 mEq/L 4.0 mg/dl | <><><> >
295 mOsm/L 93 % 138.0 mEq/L 4.5 mEq/L 4.8 mEq/L 1.7 mEq/L 02.0 mEq/L 24.0 mEq/L 41.0 mm Hg 7.41 104.0 mm Hg 90.0 mg/dl 1.0 mEq/L 0.11 mEq/L 2.0 mg/dl | <><><> ><><><> >Proteine: | <><><> > | <><><> > | <><><> ><><><> >Totali Prealbumina Albumina Alfa 1 globulinE Alfa 2 globuline Beta globuline Gamma globuline IgG IgA IgM Totale aminoacidi liberi Glutammina Urea Creatinina Acido urico Lipidi totali Colesterolo Colesterolo esteri
| <><><> >
35.0 mg/dl 4 % 65 % 4 % 8 % 12 % 7 % 1.2 mg/dl 0.2 mg/dl 0.06 mg/dl 80.9 M/dl 24.0 mg/dl 4.7 mmol/dl 1.2 mg/dl 0.25 mg/dl 1.5 mg/dl 0.4 mg/dl 0.3 mg/dl | <><><> >
7.0 mg/dl tracce 60 % 5 % 9 % 12 % 14 % 987 mg/dl 175 mg/dl 70 mg/dl 228.0 mol/dl 37.0 mg/dl 5.4 mmol/dl 1.8 mg/dl 5.50 mg/dl 750.0 mg/dl 180.0 mg/dl 126.0 mg/dl |
Weisner e Burhandt (1978) confermano i diversi livelli di proteine nel LCR, usando anch`essi tecniche d`elettroforesi e immuno-elettroforesi. Un aumento del contenuto totale delle proteine nel LCR rappresenta l`unico cambio utile nella composizione chimica del fluido che segnala un aspecifico indicatore di uno stato patologico. Merrit e Fremont-Smith classificano la presenza totale delle proteine nel LCR, stillando delle diagnosi cliniche riferite a 4.157 pazienti, in relazione ad un aumento di proteine totali, nel seguente modo: - normale sino a 20 mg / dl; - leggero aumento da 15 a 75 mg / dl; - medio aumento da 75 a 100 mg / dl; - elevato aumento da 500 a 3.600 mg / dl. Al contrario, il livello proteico nel LCR lombare fra 3-20 mg/dl, è inferiore al livello normale, ed è riferibile o ad una diminuzione dell`entrata del siero proteico o ad un aumento delle proteine nel sistema nervoso. Un abbassamento delle proteine lombari è stato osservato nei seguenti casi: - nei bambini normali dai 6 mesi ai 2 anni; - dopo una puntura lombare di gran volume; - in un terzo dei pazienti con un`ipertensione craniale benigna; - in pazienti con intossicazione acuta d`acqua, collegata ad un aumento della pressione intra-craniale; - nell`ipertiroidismo, con il ritorno alla normalità tramite terapia; - in pazienti leucemici. Nel plasma normale, il 15-18 % è rappresentato da proteine immunoglobuline, mentre nel LCR, il 12 % del totale delle proteine sono immunoglobuline. Il livello delle immunoglobuline è sempre da correlare con la presenza delle altre proteine del LCR . Un aumento della concentrazione delle globuline nel LCR, è stato osservato in un gran numero di malattie del sistema nervoso come la neuro-sifilide, l`encefalite, la tubercolosi, la meningite e la sclerosi multipla. Nella sifilide del nevrasse, la nozione di Wasserman può essere negativa nel sangue ma positiva nel liquor. La frazione globulinica dei protidi dà una proprietà anticorpale al LCR. L`acqua scorre passivamente attraverso l`epitelio coroideo al seguito del Na+, che deriva dal plasma, creando un gradiente osmotico. Alcuni costituenti Na, Cl, Mg e creatine, sono presenti in concentrazione maggiore rispetto al plasma; altri come K-, Ca++, glucosio e proteine, si trovano in concentrazione minore. I cationi sono trasportati attivamente dal sangue al liquor, mentre certi anioni vanno dal liquido al sangue. Nella letteratura si cita che vi è una piccola differenza elettrica tra il LCR ed il sangue. Diversi laboratori di ricerca sostengono che vi è una differenza fra 0 e 15 mV. Il potenziale varia attraverso gli scambi del PH nel sangue. Welch (1975) e Darson (1978) hanno studiato quest`argomento concludendo che né l`origine né l`importanza funzionale di questo potenziale elettrico è stato dimostrato. Il trasporto di glucosio è bidirezionale , e la sua concentrazione nel liquido extracelluare cerebrale è sempre inferiore a quella plasmatica; non solo perché il glucosio è continuamente utilizzato dalle cellule cerebrali, ma anche perché un meccanismo specifico lo spinge dal LCR al sangue (epitelio coroideo). Nell`iperglicemia il passaggio di glucosio è ridotto, mentre nell`ipoglicemia è favorito. Il passaggio non dipende dal gradiente di concentrazione di glucosio nel sangue, ma dalla necessità del glucosio nel LCR. Il liquor, ha una costanza relativa nella sua composizione ionica e glucosica. Questo meccanismo omeostatico del LCR è stato dimostrato con studi clinici e sperimentali su animali. Gli ormoni, come cortisoni, insuline e tiroidei, si trovano sia nel LCR sia nel plasma. Il cortisolo presente nel LCR è quello legato alla lipido soluzione. L`ormone tiroideo è presente con una maggiore quantità nel LCR, mentre l`insulina presenta 3,7 M/ml nel LCR e 36 M/ml nel plasma. Un altro ormone molto importante nel LCR è la B-endorfina; essa fa parte delle endorfine, una delle tre famiglie di peptidi od oppioidei endogeni: le enchelorfine, le endorfine e le dimorfine. La potenza analgesica di questi peptidi è direttamente proporzionale alla lunghezza della catena aminoacida. Così la B-endorfina risulta la più potente: 20 volte più potente della morfina. La maggior concentrazione d`endorfina si trova a livello dell`ipofisi. Nel S.N.C. le endorfine sono contenute in neuroni lunghi, soprattutto nell`ipotalamo; a livello periferico, soprattutto nella midollare del surrene dove sono liberate con l`adrenalina (p. e. durante situazioni di stress). E` opinione diffusa pensare che le endorfine d`origine ipofisaria abbiano un ruolo di tipo ormonale, mentre le endorfine d`origine centrale abbiano un ruolo neuro-trasmettitore. L`azione analgesica dello stress sembra essere localizzata nel S.N.C.; infatti, né l`asportazione dell`ipofisi, né quella dei surreni, previene l`analgesia dello stress. Numerose osservazioni suggeriscono l`esistenza di un sistema endogeno di controllo del dolore che utilizza, come mediatori chimici, le endorfine. Questo sistema è sollecitato in diverse situazioni (stress, agopuntura-terapia, elettrochoc). Qualche autore ha osservato, in caso d`insensibilità congenita al dolore, livelli altissimi di B-endorfina nel LCR; mentre, pazienti affetti da dolore cronico non mostrano nessuna variazione delle B-endorfine nel LCR. Recenti studi su gatti e ratti, sottoposti a perfusione spinale, trovano un rilancio amplificato di B-endorfine se l`animale è soggetto ad una forte stimolazione del nervo sciatico. Un altro esperimento sul LCR è stato eseguito a Kansas City: dopo aver trasfuso da un gatto all`altro il LCR, per studiarne il comportamento, i ricercatori hanno notato che quel gatto che aveva ricevuto il LCR, era cambiato, diventando significativamente simile, come comportamento, al gatto donatore. Questo fatto suppone che il LCR contiene sostanze umorali che regolano le attività anche comportamentali. I livelli degli oppioidei endogeni sono stati esaminati nel LCR, plasma, urine di malati psichici (schizofrenici, depressi), riscontrando che le alterazioni, sono presenti anche se non si può sostenere, per ora, che la causa sia imputabile ad una patologia endocrina. Il liquor sostiene un`importante funzione nel trasporto del sangue verso i seni cerebrali, per quelle sostanze provenienti dal tessuto venoso, che passano con difficoltà attraverso l`epitelio dei capillari cerebrali. Questa funzione è sovrapponibile a quella che la linfa esplica in altre regioni dell`organismo. L`assenza di un sistema linfatico nel cervello, consolida la tesi che il prodotto del metabolismo cerebrale è trasportato dal LCR. Nei conigli si evidenzia l`assorbimento del LCR nei nodi linfatici lungo la lamina cribrosa e lungo i nervi ottici nelle orbite. Questo meccanismo non è però stato identificato negli esseri umani. Diversi autori parlano di questo ruolo linfatico e nutritivo del LCR. Siesjo (1978) ha utilizzato il sangue della vena giugulare per misurare i metaboliti liberati dal cervello, ed esso conteneva metaboliti provenienti dai seni durali e dai seni del plesso coroideo, ed anche dal liquido interstiziale. Csen e al. (1977) hanno costatato che la sparizione di sostanze iniettate nel cervelletto e la loro entrata nel ventricolo, non era determinata dalla gravità , ma dalla presenza di un importante flusso che dal liquido interstiziale si portava al sistema ventricolare, confermando, appunto, un importante drenaggio del liquido interstiziale. Darson e coll. (1962) hanno svolto studi analoghi osservando l`esistenza di una diffusione d`idro-soluzione endogena del cervello verso il LCR.
Rosemberg (1990) parla del LCR come un distributore di sostanze biologicamente attive per il S.N.C.. Gushing e Goelsch (1910) affermano che il LCR sia un mezzo di trasporto intracerebrale, a causa della presenza, da loro riscontrata, d`ormoni delle ghiandole ipofisarie nel LCR. Nell`animale sono state trovate significative presenze del TFR nel liquido ventricolare, che cambia secondo lo stato fisiologico dell`animale. Krigge e al. (1975) sostengono che il LCR del terzo ventricolo serva per la diffusione delle sostanze d`origine ipotalamiche.
II - Meccanismi di diffusione
A. La barriera ematoencefalica: in letteratura si cita spesso la barriera ematoencefalica; questo concetto include la considerazione di molteplici fattori che controllano gli scambi bio-direzionali alle membrane, fra sangue, cervello e LCR. In realtà si distinguono tre barriere: - la barriera ematoencefalica (pareti dei capillari cerebrali); - la barriera ematoliquosa (villi aracnoidei); - la barriera liquoencefalica (plesso coroideo). Le pareti dei capillari cerebrali sono responsabili del passaggio di sostanze dal sangue al cervello. Queste pareti sono ricoperte dai piedi terminali delle cellule gliali. Nel cervello i capillari ematici hanno un modello di tipo compatto: sono uniti lateralmente tra loro e sono molto ravvicinati, perciò limitano il passaggio di sostanze idrosolubili, ma non hanno effetto sul passaggio di quelle liposolubili. E` comunque probabile che, per permettere l`entrata nel cervello di sostanze idrosolubili, d`importanza funzionale (metaboliti, ioni), esista nelle membrane delle cellule endoteliali dei capillari cerebrali, un meccanismo specifico di trasporto (carriers). Fra l`aracnoide e la pia madre, si trova lo spazio sub-aracnoideo che è occupato dal liquido encefalo-spinale o liquor o LCR. (vedi fig.1).
Figura 1. Fluttuazione del LCR.
Questo liquido bagna tutta la superficie dorsale e ventrale dell`encefalo e del midollo spinale. Il LCR che si forma in continuazione, è drenato attraverso il sistema nervoso della dura madre. La dura madre, in alcuni punti, è compenetrata dalla tela aracnoidea, formando i villi aracnoidei che sporgono dal lume della vena del seno durale. Praticamente sono estroflessioni dell`aracnoide. La permeabilità del mesotelio, di questi villi aracnoidei, permette il libero passaggio non solo di liquidi, ma anche di solidi (saccarosio e proteine plasmatiche). Il LCR ha una funzione linfatica che permette l`allontanamento di sostanze che provengono direttamente dal tessuto cerebrale o indirettamente dal sangue. Il LCR è prodotto dai plessi coroidei che rappresentano delle estroflessioni del sistema vasale della pia madre nei ventricoli. Il plesso coroideo con le sue ramificazioni descrive una grande superficie. Ogni ramo contiene uno o più capillari, arterie o caverne venose. La parete del ventricolo, invece, è rivestita da una strato cellulare chiamato ependima. Queste cellule sono collegate fra loro allo scopo di isolare lo spazio del LCR dalle sostanze cerebellari. Il sistema circolatorio del plesso coroideo lascia un deposito di liquido nel ventricolo. Questa barriera, sempre formata dall`endotelio dei suoi capillari, condiziona la composizione del LCR; così l`epitelio coroideo diventa sede di trasporto bi-direzionale, nel senso che trasporta numerose sostanze dal sangue al LCR (secrezione), ma anche dal LCR al sangue (riassorbimento). Riassumendo quanto esposto, possiamo affermare, che il tessuto cerebrale (liquido interstiziale) e il LCR sono in stretta relazione tra loro. Il sangue, quindi, viene a contatto con gli altri due componenti tramite i plessi coroidei, i capillari del parenchima cerebrale e i seni durali. Quindi lo scopo fondamentale della barriera è di mantenere la stabilità della composizione chimica del cervello e del LCR, nonostante gli scambi e la composizione del sangue, e di proteggere i neurofili contro questo scambio del sangue, con metaboliti e tossine, che potrebbero danneggiare il metabolismo o la funzione del cervello. Per il trasporto delle sostanze è sempre importante specificare la molecola in questione, perché il peso molecolare influenza la soluzione e il passaggio nella barriera. La quantità d`entrata e la concentrazione interna di glucosio e albumina, sono inversamente proporzionali al loro peso molecolare. Ci sono altre quantità fisiche di soluzione che sono importanti per la rapida entrata e per l`equilibrio fra sangue, cervello e LCR. Generalmente si può affermare che dipende dal loro grado di lipido-solubilità e assenza di capacità di legarsi all`albumina del plasma. Perciò calcio, magnesio, bilirubina e farmaci che si legano all`albumina, hanno più difficoltà ad entrare nel LCR, mentre carbondiosside, ossigeno, mataboliti e farmaci che si diluiscono facilmente con il lipido, passano più velocemente la barriera. Altre sostanze come glucosio e aminoacidi hanno specifiche membrane nell`endotelio cerebrale per il loro trasporto (carriers). Queste membrane possiedono sistemi selettivi per il trasferimento di metaboliti specifici, che sono essenziali per la funzione e lo sviluppo normale del cervello. In breve si può affermare che la barriera ematoencefalica dipende da: - la morfologia (villi aracnoidei, plesso coroideo); - le caratteristiche biochimiche della soluzione; - i carriers o il sistema specifico di trasporto dell`epitelio coroideo, e nell`endotelio del capillare cerebrale.
B. I microtuboli: in osteopatia, a seguito delle ricerche effettuate, si può supporre che il LCR dei ventricoli si diffonde lungo le guaine nervose, arriva negli spazi interstiziali extracellulari attraverso i microtuboli, diffondendosi in tutto il corpo. Precedentemente si è descritto biochimicamente il LCR ed il primo meccanismo di diffusione del liquido che avviene attraverso la barriera ematoencefalica. Il secondo meccanismo di diffusione avviene attraverso i microtuboli e canali descritti nei libri di biologia e neurologia. Hanno svariate forme e sono situati a diversi livelli, collegati fra loro, diffusi in tutto il corpo. Esistono anche i microtuboli (citoscheletro) che rappresentano cellule tipiche dei tessuti epiteliali che circondano un lume o rivestono le cavità interne (p.e. i ventricoli). Nella cellula (oltre i mitocondri, l`apparato del Golgi, i ribosomi, i lisosomi ecc.) ci sono delle formazioni costituite da proteine configurate in filamenti, che formano il cosiddetto citoscheletro, che ha funzioni di sostegno e di mobilità. Ne fanno parte il sistema acto-miosinico, composto di due tipi di filamenti scivolanti l`uno sull`altro, tipici del muscolo; il sistema tubolo-dineinico, rappresentato da tubuli scivolanti uno rispetto all`altro, tipico dei flagelli; il sistema dei filamenti intermedi, formato da filamenti immobili che servono da sostegno ai vari organuli.
Studi sulla formazione e sull`assorbimento del liquido cefalorachidiano. Nel 1947-1951 Sweet, Selverstone e al. misero degli aghi in un ventricolo laterale arrivando fino alla cisterna magna e allo spazio subaracnoideo lombare. Successivamente , furono iniettati intravena il radiosodum e di conseguenza l`acqua classificata deuterium, e dei piccoli campioni di fluido furono prelevati ad intervalli regolari da ogni ago. Siccome ci fu un aumento rapido dell`attività 24Na nei campioni ventricolari, si ipotizzò che i ventricoli fossero il luogo di produzione del sodio nel LCR. Mentre, a livello della cisterna e lombare ci fu, inizialmente, un lento aumento dell`attività dei fluidi, e questo fu interpretato semplicemente come un flusso passivo di diffusione di ioni 24Na; successivamente, dopo due ore dalla iniezione ci si accorse però, di un significativo aumento della radioattività nello spazio lombare. La significativa apparizione della radioattività nel fluido lombare, riflette un processo di scambio ionico avvenuto localmente tra il sangue sieroso e il LCR; questa osservazione non giustifica però, la conclusione che il LCR si formi o sia prodotto nello spazio subaracnoideo lombare. Questo concetto di formazione ed assorbimento rapidi, fu modificato più tardi in formazione ed assorbimento limitati al LCR lungo l`intero neurasse. Gli studi dimostrarono poi l`esistenza di una membrana che impediva il mescolarsi degli ioni sodio con il sangue sieroso e con il liquor. Si scoprì in seguito un`altra barriera tra plasma sanguigno e LCR, e siccome il cervello è intimamente relazionato ad ognuno di loro, le sue attività metaboliche complesse si riflettono, da una parte negli scambi ionici con il plasma sanguigno, dall`altra con il LCR. Il plasma è in equilibrio con le cellule del sistema nervoso centrale per mezzo del suo fluido interstiziale, e forse direttamente attraverso il piede degli astrociti dei capillari. Il LCR, attraverso l`ependima dei ventricoli e la membrana pia-gliale dello spazio subaracnoideo, è in equilibrio anche con il fluido interstiziale e le cellule del sistema nervoso centrale. Queste relazioni devono essere considerate in aggiunta alla relazione diretta esistente tra il plasma e il LCR, attraverso i plessi coroidei e i villi aracnoidali. In queste complesse relazioni si può trovare la spiegazione delle differenze nella composizione dei due fluidi. E` possibile che le connessioni ependimali e pia-gliali del LCR con il cervello debbano essere immaginate come luoghi per la secrezione selettiva, ed il riassorbimento d`alcune sostanze (ioni di magnesio e di potassio), come il risultato dell`attività metabolica. I lavori sperimentali sono continuati per sette anni, sottoponendo 85 cavie animali e 50 pazienti all`uso del tritium, dell`idrogeno radioattivo di massa 3 come traccianti acqua, e isotopi radioattivi di sodio, potassio e fosforo per tracciare i costituenti ionici. L`uso del tritium, messo alla prova dal metodo di Robinson (1955), ha permesso l`inoculazione di quantità di soluzioni più piccole (solo pochi decimi per millimetro) di quanto sarebbe stato possibile con il deuterium. E` stato così possibile iniziare degli esperimenti più elaborati con l`inoculazione di soluzioni isotoniche doppie e triple, classificate non soltanto nel flusso sanguigno, ma anche nei vari compartimenti del LCR e nel centro ovale del cervello. I ricercatori sono riusciti a progettare una tecnica di campionatura dello spazio subaracnoideo cerebrale in aggiunta ai ventricoli laterali, alla cisterna magna ed allo spazio subaracnoideo lombare. Siccome non sempre il LCR riesce a defluire attraverso i suoi normali rapporti di fuoriuscita, dimostra che ci siano dei tappi ventricolari che ostruiscono lo spazio subaracnoideo. In contrasto con il LCR ottenuto da punture lombari, i fluidi ventricolari spesso contengono componenti di cervello normale, come frammenti di materia grigia, bianca e capillari. In aggiunta si trovano comunemente numerose cellule cuboidali e colonnari del plesso coroideo o dell`ependima. Si è potuto osservare che negli shunts malfunzionali, durante ordinari controlli, è possibile trovare normalmente del tessuto granuloso o reazioni che indicano la presenza di un corpo estraneo.
C . Le fasce: la funzione primaria del tessuto connettivo è quella di connettere ed unire tra loro il tessuto epiteliale, muscolare e nervoso. Tale connessione assume un carattere anatomico, istologico e biochimico ben definito. Dal punto di vista istologico tali tessuti sono composti d`innumerevoli cellule e da elementi extracellulari, come la reticolina formata da fibrille tubolari. Tra queste cellule ci sono i linfociti T, i linfociti D, cellule killer normali, monociti e macrofagi, che hanno una capacità distruttiva nei confronti di strutture proteiche estranee (batteri). Queste cellule del sistema immunitario del tessuto connettivo, devono circolare liberamente nel sangue e nella linfa, per esercitare la loro funzione. Quando esiste una restrizione di movimento anche molto piccola, essa può diventare una minaccia costante nel tempo, per alterata capacità d`intervento contro gli agenti aggressori. Queste fibrille di collagene tubolari rivestono i vasi sanguigni, i nervi ed i vasi linfatici. Tra le fibre, gli spazi extracellulari sono riempiti da una seriosità, la linfa interstiziale, nella quale i capillari trasportano i primi elementi della linfa. Il LCR circola lungo i vasi sanguigni e linfatici che si trovano attorno ai nervi craniali e spinali. Questa continuità del LCR è stata provata con diversi esperimenti. Speransky, nella sua ricerca, ha iniettato dell`inchiostro indiano negli spazi aracnoidali di cani viventi, ed ha osservato che l`inchiostro è stato ritrovato, in macro e microscopiche porzioni, nei gangli linfatici, soprattutto in quelli profondi, lungo la colonna vertebrale. L`inchiostro è stato ritrovato anche negli spazi linfatici intestinali, nel canale toracico e nel sistema linfatico generale. L`inchiostro indiano è una struttura molecolare molto grossa in proporzione alla barriera fisiologica del collagene dei tessuti connettivi. Per altro Fowlen, tramite l`iniezione colloidale d`oro, dimostra che il liquido all`interno delle fasce rappresenta la continuità del LCR. Sappiamo che ci sono tre differenti tipi di tessuti : - i nervi; - i liquidi; - le membrane. Essi agiscono gli uni sugli altri, a seconda dei circuiti di dispersione dinamica che intrattiene il movimento dominandolo. Le membrane formanti le fasce hanno un ruolo importante nella difesa del corpo, così come il LCR assume il ruolo della linfa nel cranio, così la linfa, attraverso i microtuboli, costituisce la circolazione immediata delle cellule, ed assume la funzione di difesa del corpo contro le infiammazioni batteriologiche, virali e tossiniche nei tessuti (anossia). Le fasce partono dal cranio e si prolungano su tutto il corpo, avvolgono i muscoli, i vasi sanguigni e linfatici. I nervi che vanno agli organi e a tutte le strutture innervate dai plessi sono i sensitivi e i motori o neurovegetativi. I plessi, laddove le fasce sono ispessite, sono compressi diventando vulnerabili. Sia nel torace sia nell`addome, tutti gli organi compressi dai foglietti fasciali che li ricoprono, possono essere in disfunzione. La fascia non solamente si adatta e risponde utilmente a tutte le strutture, ma è essa stessa luogo di un ritmo vitale; grazie a questo tessuto senza fine, è possibile durante la palpazione manuale sentire un ritmo a quattro dimensioni; - movimento di gonfiamento - retrazione; - movimento laterale - rotazione interna - esterna; - movimento longitudinale - alto - basso. Vi possono essere restrizioni di movimento fasciale a qualsiasi livello del corpo, dagli organi del torace, dell`addome, del piccolo bacino ed a tutte le strutture che li attraversano. Possono esserci, inoltre, restrizioni di movimento dei muscoli agli arti superiori ed inferiori e nelle zone cervicali, dorsali e lombari. Per cui l`apparato linfatico, che circola negli spazi interstiziali, non può svolgere il suo lavoro osmotico a livello tissulare; quindi le tossine ristagnando, provocherebbero anossia del tessuto, creando zone di densificazione tissulare, disturbando i sistemi nervoso centrale, scheletrico, muscolare e circolatorio, che controllati dal sistema simpatico e parasimpatico, ne influenzerebbero la funzione. Non esiste che una parte del corpo non lavori per tutto il corpo, anche la più piccola cellula sa che la sua sopravvivenza dipende da quella dell`insieme, per questo lavora per il bene comune. Nelle lesioni osteopatiche delle fasce nelle zone di restrizione della mobilità, si associano fenomeni di stress che l`accompagnano, ad esempio:
- regolazione della coagulazione: nuova formazione di circoli capillari periferici; - edema: diffusione del liquido nello spazio interstiziale; - iperemia: nessun movimento delle cellule nel liquido interstiziale; - congestione: diminuzione dei liquidi nei capillari aumento dei liquidi non canalizzati; - emorragia petecchiale: scollamento al di fuori dei capillari delle cellule sanguigne e coagulazione del sangue che facilita la formazione di tessuto cicatriziale; - fibrosi ed assorbimento riformazione del tessuto a danno dei processi di nutrizione dei tessuti implicati; - ischemia: arresto della circolazione ; - atrofia: diminuzione del tono e scomparsa della vitalità e degli scambi dei tessuti adiacenti. Si può quindi comprendere che l`entità del danno biologico che si instaura non è mai un un`unica sede, ma produce delle alterazioni indotte, innescando una reazione a catena che, con il passare degli anni, coinvolge l`intero organismo, provocando una serie d`indebolimenti nelle varie strutture anatomo-fisiologiche, che le renderanno più accessibili agli agenti esterni. La diminuzione delle capacità di reazione immunologica locale e la presenza di tessuti alterati con deficit circolatorio, quindi con alterati meccanismi d`apporto ed eliminazione, concorreranno alla formazione del terreno favorevole alla malattia. Il ruolo svolto dal sistema fasciale in questa combinazione assume una notevole importanza, poiché tutte le strutture partecipano strettamente all`immunità. Nel tessuto connettivo ha sede l`immunità aspecifica, ed è per questo motivo che il tessuto diventa il mezzo per la localizzazione delle alterazioni e il tramite terapeutico, grazie a tecniche specifiche che ci consentono di ripristinare gli equilibri corretti, mantenendo quindi le difese immunitarie ad un livello fisiologico.
TECNICA COMPRESSIONE DEL IV VENTRICOLO, CREATA DA W.G. SUTHERLAND D.O. NEL 1934
La tecnica usata per la compressione del IV ventricolo utilizza le forze biodinamiche, bioelettriche e biochimiche del liquido cefalorachidiano per accelerare gli scambi vitali nel corpo. Durante l`esecuzione della tecnica il LCR all`interno delle masse cerebrali, nel IV ventricolo si svuota, a questo punto la tecnica di compressione è terminata. Attraverso questa compressione il LCR è obbligato a disperdersi attraverso le più piccole vie d`evasione possibile e non solamente nei grandi spazi abituali. Esso si disperde per le guaine dei vasi capillari, per le guaine dei nervi, attraverso tutte le ramificazioni che portano a ciascuna cellula nervosa del cervello, alle fibre, al collagene delle fasce, fino ad arrivare al mare interiore intra ed extracellulare del quale noi siamo composti. Successivamente si ha un nuovo LCR nei plessi coroidei, i cicli si accelerano e tutti gli scambi biologici sono favoriti.
Questo dinamismo energetico migliora la nutrizione cellulare, l`evacuazione, il recupero dei tessuti, la circolazione linfatica (interazione fasciale). Esso stimola il potenziale di guarigione del corpo, ed accelera tutti i processi fisiologici con effetti che si fanno sentire immediatamente. Durante la tecnica (esposta di seguito), l`osteopata sente sotto le dita il movimento del LCR che migra verso tutti gli spazi, e si avverte una sensazione sul tessuto osseo come il rammollimento di una spugna che si bagna.
ESPOSIZIONE DELLA TECNICA COMPRESSIONE DEL IV VENTRICOLO (FIG.2):
Posizione del paziente Allungato sul dorso, in posizione gradevole e perfettamente deteso.
Posizione del terapeuta Seduto dietro la testa del paziente, con gli avambracci che riposano sul tavolo, regolando correttamente l`altezza
Compressione del IV ventricolo (manovra creata dal Dr. W.G. SUTHERLAND D.O.).
Punti di contatto Il terapeuta posiziona le proprie mani sotto l`occipite del paziente sovrapponendo una mano sull`altra (vedi fig. 2). Esecuzione della tecnica Il terapeuta, grazie all`azione dei muscoli profondi delle proprie dita, esercita una pressione dolce, progressiva e continua verso il basso e il dietro aumentando un poco la concavità anteriore della squama occipitale. Questa pressione sarà mantenuta sino a quando non si otterrà una reazione del paziente, con le manifestazioni esteriori ben conosciute: leggera sudorazione frontale, ritmo respiratorio profondo, aumento del respiro, ecc. Osservazioni Questa manovra si compie attraverso il ritmo respiratorio, accompagnando la spinta perfettamente sincrona all`inspirazione toracica; durante l`espirazione, il terapeuta cessa progressivamente la pressione. Alla fine del trattamento il paziente avverte che la respirazione è più libera, il plesso solare si distende, le mani ed i piedi si riscaldano; si può essere in preda ad una sensazione di euforia, si può sbadigliare in continuazione o essere presi da attacchi di sonnolenza o da sonno, con la necessità, in alcuni casi, di dormire anche per 24 ore consecutive. Il risultato precedentemente descritto è ottenuto da un maggior movimento ed una maggiore libertà del cranio, in effetti il pavimento del IV ventricolo contiene i grandi centri fisiologici concernenti lo stato generale della salute e del suo mantenimento. Questi grandi centri sono: - l`ipofisi, - l`ipotalamo, - il cervello, - il midollo allungato, che sono immersi nel liquido cefalorachidiano attraverso il Meccanismo Respiratorio Primario indotto dal liquido stesso. Inoltre per l`azione della linfa, ci sono dei processi fisiologici la cui accelerazione è rimarchevole nei seguenti casi: - riequilibrio neurovegetativo: migliora la vitalità; - infiammazione: distorsioni, sciatiche intoccabili ecc.; - infezioni: inizio del raffreddore, influenza non conclamata; dopo la compressione e il conseguente forte rialzo della temperatura, sia il raffreddore sia l`influenza avranno una breve decorrenza; - processo d`ossificazione: in caso di cattiva calcificazione, una compressione del IV ventricolo ripetuta ogni giorno accelera l`ossificazione ; - contro l`inerzia uterina: (perché stimola la produzione di ossitocina) in alcuni casi è possibile insegnare ai futuri padri la compressione del IV ventricolo per aiutare le contrazioni uterine delle mogli durante il parto; non essendo un aiuto esterno, bensì un aiuto ai processi interni, non si avrà una accelerazione sistematica.
Inoltre è possibile intervenire nei seguenti casi: · infezioni acute; · stati tossiemici dei tessuti; · turbe trofiche; · ritardi di cicatrizzazione; · astenie intellettuali e fisiche; · stati orto-simpaticotonici; · ipereccitabilità; · ipercinesie; · astenie post-infettive; · turbe comportamentali del bambino; · compressione della S.S.B.; · cranio duro nel bambino; · dermatosi ed eczemi; · stato epatovescicolare; · ipertensione; · stasi urinaria; · allergie; · scompensi pressori e respiratori; · stasi linfatica; · costipazione; in generale aiuta ad eliminare tutti i corpi estranei dal corpo. Ovviamente esistono delle situazioni craniche acute, veramente di emergenza, nelle quali la compressione del IV ventricolo è controindicata, per esempio nelle emorragie o nelle fratture cerebrali, e secondo la Dr.ssa Viola Frymann anche nei seguenti casi: - nelle litiasi renali, perché è possibile scatenare delle coliche, se il calcolo e molto grande; - nei trapianti d`organo, per via dei rischi di rigetto dello stesso ; - nella epilessia, anche se sussiste una controindicazione relativa, poiché potrebbe scatenare una convulsione aumentandone però notevolmente l`intervallo per la successiva manifestazione.
Si può quindi affermare che la compressione del IV ventricolo rappresenta il trattamento terapeutico più efficace in tutti i problemi cranici.
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