SINESTESIA E TERAPIA MANUALE
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decodificazione percettiva tattile della mano del terapista
Il termine sinestesia deriva dal greco: syn = attraverso + aisthesis = percezione e designa un fenomeno affascinante, che ha luogo ogni qualvolta una singola stimolazione visiva, uditiva, tattile o olfattiva dà origine alla percezione di due eventi sensoriali distinti.
Per chi ama raccogliere i frutti di bosco, la prossima uscita potrà essere l'occasione per apprezzare, magari con più attenzione di quanto non abbia fatto finora, la perfezione e la finezza del proprio controllo motorio. Osservate ciò di cui è capace la mano quando, uno per uno stacca i delicati frutti dalla pianta: la forza con cui stringe un lampone maturo tra le punte del pollice e dell'indice non supera i pochi grammi, perché altrimenti il frutto si spappolerebbe ma non scende di sotto al minimo necessario, perché altrimenti il lampone finirebbe per terra.Controllare in modo così fine e preciso l'energia muscolare di un sistema meccanico, che in altra occasione (per esempio quando la pinza pollice-indice è usata per serrare un rubinetto) può sviluppare forze che superano qualche chilogrammo, non è un'operazione banale. Se si richiedesse ad un robot il controllo fine della forza in un ambito così vasto (dai grammi ai chili), si porrebbero problemi d'ingegneria non indifferenti; mentre riesce a tutti così naturale e spontaneo ottenerlo dalla propria mano. Per sapere con che forza stringere un frutto tra le dita bisogna saggiarne la consistenza e più in generale in tutte le occasioni, e sono molte, in cui l'obiettivo finale non è noto a priori ma si precisa soltanto durante l'esecuzione del movimento, è necessario verificare il procedere dell'azione a mano a mano che essa si sviluppa.In questa prospettiva hanno grande importanza, oltre la vista, le informazioni sensoriali che provengono dai segmenti corporei impegnati nell'atto.Ciò che accade alla superficie di contatto tra l'oggetto e i polpastrelli è dunque cruciale per regolare la pressione digitale: tant'è vero che, se quella zona di cute è anestetizzata, la forza della presa si allontana dai valori ideali: se è troppo bassa, il lampone cade, se è troppo intensa se ne fa una spremuta.I recettori che segnalano e misurano le perturbazioni meccaniche imposte alla cute della mano sono circa 17.000, concentrati soprattutto nei polpastrelli. Sono situati in maggior numero nel derma superficiale, appena sotto all'epidermide e in numero minore nel sottocute. Sono estremamente sensibili, tanto che per attivare i più reattivi è sufficiente "affossare" la pelle di 5-10 millesimi di millimetro.Ogni recettore superficiale reagisce soltanto al contatto di una minuscola area di cute (2-5 mm2) mentre i recettori profondi rispondono anche agli stiramenti trasversali della pelle che possono essere indotti da stimoli lontani. Nel loro insieme queste proprietà recettoriali giustificano dunque pienamente come i minimi stiramenti ed attriti, che si producono quando un oggetto preso tra le dita comincia a scivolare o a deformarsi, possano essere avvertiti e utilizzati per i necessari e automatici aggiustamenti della forza di prensione. Quanto detto nel 1960 dal Dr. H. I. Magoun D.O., è sempre più attuale: dita che "sentono, pensano, vedono, conoscono", delucidano il movimento presente permesso e risultano più affidabili alla palpazione. In tutti i casi è importante che il terapista manuale acquisisca una raffigurazione mentale quanto più chiara possibile del movimento presente. Valutate oggettivamente le percezioni e le immagini mentali, intese come elementi del pensiero, si possono distinguere perché le prime si basano su stimolazioni del sistema nervoso periferico da parte di oggetti esterni, mentre le immagini mentali si basano sulle stimolazioni della corteccia cerebrale indotte dalle stesse percezioni; considerando che la caratteristica propria del pensiero è manifestare la verità, durante un trattamento manuale, daremo credito al percepito tramite il “tocco” del tessuto connettivo e non a quello che si sviluppa attraverso la conversazione. In questo modo si induce un sogno cosciente sinestetico che evidenzia contemporaneamente percezione e immagine mentale, distinguendo in assoluto realtà da allucinazione.Il paziente, sia pure in modo inconscio, viene investito da questo processo sensoriale restituendo al terapeuta, tramite una variazione del proprio pH e tono muscolare, la sua disponibilità nel farsi “toccare”.Dobbiamo quindi cogliere il suo “sentito”, inteso come sommatoria istantanea delle percezioni manifeste in sfumature fra agio e disagio e non il suo “vissuto”, più appropriato per una terapia psicanalitica.Solo ponendoci in questa condizione di ascolto possiamo restituire al paziente, attraverso “la danza delle mani”, ciò che ha bisogno senza violarne la sua personalità.Il contenuto del nostro lavoro mira ad identificare, classificare e descrivere un insieme di azioni manipolative che formano la base dei mezzi terapeutici utilizzati in terapia manuale; strumenti indispensabili per arrivare direttamente alla causa di un elevato numero di "fenomeni patologici".Questo lavoro comprende un insieme di tecniche scelte, soprattutto, per coloro che praticano la terapia manuale. E' evidente che ciascuna di esse entra a far parte di una procedura terapeutica e che nessuna è suscettibile dall'essere utilizzata al di fuori di questo contesto.Il loro impiego necessita l'acquisizione di un insieme di conoscenze fondamentali, lo stabilire una diagnostica specifica ed un apprendistato delle stesse.Alcune di queste, come quelle applicabili ai sistemi cutanei, muscolari e aponeurotici, non mirano alla riduzione specifica delle "lesioni", ma hanno l'obiettivo di modificare momentaneamente i fenomeni lesionali, di ridurre le tensioni o di preparare per la risoluzione degli stati cronici. Gli studi vanno quindi estesi alla meccanica viscerale, circolatoria e craniale. Ne risulta un considerevole apporto a nuove soluzioni per problemi terapeutici, attraverso l'applicazione di concetti fondamentali propri della terapia manuale; per comprenderne l'importanza bisogna ricordare che la lesione, per inciso quella articolare, è la risultante di una nuova situazione funzionale stabilita attraverso un'aggressione meccanica. La lesione articolare non può crearsi, a priori, che al di fuori degli assi fisiologici di funzione dell'articolazione stessa, che con un nuovo centro meccanico condiziona i fattori che la fissano; quindi, stabilendo ed applicando le tecniche elettive necessarie alla riduzione, è possibile ritornare ad una situazione fisiologica definitiva.Al di fuori dei loro valori terapeutici intrinseci, le tecniche di medicina manuale formano la base dell'apprendimento necessario per un terapeuta.La loro conoscenza e integrazione permettono di prendere coscienza dell'arte della manipolazione. Bisogna apprendere, possedere e soprattutto "sentire" per diventare un buon terapista. Il terapeuta dovrà assimilare bene la percezione delle tecniche prima di passare ad uno stadio di pratica successivo, perché non è che attraverso la loro intermediazione che potrà acquisire il senso del movimento e la sensazione dell'atto.La ricerca direzionale dell'asse di riduzione, diversa da caso a caso, è variabile e segue la morfologia del paziente e, quindi la variabilità direzionale di ogni lesione, dovrà essere ricercata "in vivo".La mobilizzazione deve essere ponderata con grande attenzione e, l'indicazione posta, accuratamente elaborata. Ogni tentativo di manipolazione gratuita deve essere evitato. Le tecniche "meccaniche" in terapia manuale sono impiegate e utilizzate fin dai tempi remoti da terapeuti sconosciuti ai quali l'umanità deve innumerevoli servizi. Essi hanno saputo, senza alcuna pretesa, compiere il loro incarico e trasmettere la loro conoscenza attraverso " l'Apprendistato e la Tradizione". Questo in nome di coloro che, con umanità e candore, hanno voluto o creduto poter far partecipe il loro sapere e si sono scontrati contro l'incomprensione. E' a loro tutti, illetterati delle nostre campagne, studiosi, terapeuti disprezzati e rifiutati per aver preferito la realtà quotidiana ai dogmi scientifici, a loro tutti, morti e dimenticati che è dedicato il nostro quotidiano lavoro. Alla loro memoria il più profondo rispetto.
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