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Nicola Calipari Reggio Calabria, 23 giugno 1953 - Baghdad, 4 marzo 2005
Signore autore del mio vangelo che nutri l’otre col mio dolore la giara è colma di sudore fammi diventare Zorro salvare papà con la spadadi menta e salvia da proiettili distrattiche s’infilano nell’occhio di vedove frontiere cuori orfani cercano famiglie scintille e mine senza confini maledetta terra fammi tornare fra le braccia perse dei soldati anche senza gambe ti verrò a cercare nelle croci da inchiodare a cavallo di mamma che prima di dormire accarezza il piede di legno e carta vicino al letto e baciandomi il capo e l’arto fantasma mi dice che sono perfetta maledetta terra che mio padre possa tornare da questa guerra la zucca è il mio per cappello i fiori li ho mangiati e annuso il profumo dei disegni su panchine innamorate nelle preghiere dei bimbi dimenticati aspettando l’uomo che mi ha generata io, da sempre, la Tua Principessa ancora prima di essere nata
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