|
|
|
mi tuffo nel cielo del pavimento nel cieco pentimento che reggo coi piedi nelle tue fughe precise con scarpe di marmo o cotto negli occhi che salutano se non può la bocca nella gioia che porti addosso nell’anima più bella che conosco
mi tuffo nelle pastiglie dopamina per non tremare quando sorridi senza una ruga facciale nelle monete da contare che riposano la tasca nel cioccolato mangiato di nascosto e nelle pesche che san di cosce
mi tuffo nell’ombra che perdi tra la sedia e il divano nelle mosche che scacci dalla minestra con la mano nel letto che balla San Vito che sia Pasqua o Natale nell’amuleto “antitutto” che mi vuoi regalare
mi tuffo nel diapason che soffio e nascondo come il mio Parkinson vecchio e deriso cane naïf che amo come la vita sboccata e soffocata da troppi lamenti matura per esser bruciata
mi tuffo alla foce della tua gola bacio gli anni, giorno per giorno e m’incateno felice alla luce del tuo splendore
|
|