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lasciami, non mi lasciare sono lo specchio l’amore del male la memoria sonora dei cuori passati candele indifese sui sassi dei cimiteri compleanni dimenticati elefanti senza zanne vomito per mangiare pianto sulle spalle ossigeno per occhi guai se mi tocchi un’esca da sposare
e se ti manco come mi manchi arrivi ai quaranta forse ai cinquanta con l’affanno ferito per ricominciare
ma tu lasciami ma non mi lasciare
onora la luce che lava il mattino i compagni traditi da vino ubriaco la spessa saliva dei primi baci l’anima e il corpo dei giusti peccati i libri smarriti nelle sale da gioco il liquido santo dei sogni avverati
e dopo il suicidio ricucio le vene del Dio che conviene sono la scelta l’amante e la peste della vita terrestre se mi devi sfiorare accarezza l’età e fammi morire con dignità
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