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Beslan 01. 09. 2004
oltre il confine di quello che scrivo nel nome di Dio e del suo Vampiro appeso all’occhio del tuo respiro lancio la croce impugno il fucile assetato soldato nutrito di milza paradisi minati da Religione di Stato in questa terra sfinita mi hanno rapita l’urina conservo nella mia scarpa l’acqua non basta dissetar la paura di starti vicina dieci anni non sono abbastanza a capire la smisurata mattanza fammi fuggire coi cocci di vetro incollati alla pelle dei piedi seguire la scia, sangue cola cera dai sogni quando zoppa scappo via da casa tua
vedova o martire immolata guerriera non darmi matite ma la tua vita nel nome dei Santi degli ubriachi in quello ustionato dalla mia Rosalia maledetto l’inferno che ti ha generato e che il diavolo ti porti via se devi bere succhia il vestito del tuo carceriere pane al tritolo burro incestuoso pasto divino nel nome di Dio e del suo il Vampiro ho il collo rotto la lingua bianca sono un pò stanca ma cullami ancora con la voce di mamma nella torta di mele, il gelato alla panna nel mio primo bacio, i denti la sera da strofinare le canzoni stonate nei prati e le bugie da innamorati ma non aver fretta a raccontare, ho tutta la morte per riposare
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