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quattrodiundici
ruba e prega davanti la Chiesa, non ho più simboli da ricordare, al tuo cospetto sarò la pelle che m’hai donato col naso di gesso senza un peccato, le buone intenzioni che ho ricercato, il volto che sono che voglio che sia, come una strega ti frugo la spesa e mangio il messia gusto crema del supermercato, come il cannibale sulla schiena ti trascini a letto la sera certo di fare sesso, dimenticando la mattina ti devi alzare naufrago in terra senza piedi da appoggiare che hanno volato il cielo dei Maghi, con in spalla la gerla dei sogni da estrarre di giorno, perché la notte ti senti imbrogliato dai geroglifici delle parole che vendono amore degli altri, da bere in silenzio senza bicchiere tutto d’un fiato
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